Ordine di Indagine Europeo: approvato dal CdM lo schema attuativo della direttiva 2014/41/UE

Venerdì 17 marzo 2017, il Consiglio dei ministri ha approvato, in via preliminare, lo schema di decreto legislativo attuativo la direttiva europea 2014/41/UE, che introduce nell’ordinamento italiano l’ordine di indagine europeo, destinato a facilitare la collaborazione e il coordinamento degli organi di investigazione per il contrasto alla criminalità transnazionale.

Sul piano processuale, tale strumento opererà sia nella fase delle indagini sia in quella successiva all’esercizio dell’azione penale e consentirà la diretta corrispondenza tra le autorità competenti dei diversi Stati (senza l’intermediazione del Ministro della Giustizia, la quale interverrà solo ove “necessario”) in materia di sequestro, intercettazioni, ascolto di persone, acquisizione di informazioni presso banche e istituti finanziari, rendendo più rapida la raccolta di prove penali e più agevole la loro circolazione e utilizzazione sul territorio dell’Unione, sulla base del principio del mutuo riconoscimento.

In particolare, il provvedimento approvato prevede due capi fondamentali, uno dedicato all’esecuzione, da parte della magistratura italiana, di una richiesta che arriva dall’estero, e l’altro, che fa riferimento all’emissione di un ordine d’indagine da parte della nostra autorità giudiziaria. Si noti come anche la difesa potrà chiedere l’emissione di un ordine d’indagine con l’indicazione, a pena di inammissibilità, dell’atto di indagine da compiere e dei motivi che ne fondano l’esecuzione.

Quanto all’esecuzione in Italia, dall’ordine di indagine non può derivare una compressione dei diritti e delle libertà dell’imputato o della persona sottoposta alle indagini o di altre persone coinvolte dal compimento degli atti richiesti, non giustificato da esigenze investigative o probatorie, tenuto conto della gravità dei reati per i quali si procede e della pena prevista. Per quanto riguarda invece la richiesta dall’Italia all’estero, è prevista sia l’impugnazione dell’ordine di indagine in caso di sequestro probatorio, sia la partecipazione all’esecuzione da parte del P.M. richiedente.

Il decreto completa, infine, l’opera di adeguamento dell’ordinamento interno in tema di cooperazione giudiziaria penale, avviata con l’attuazione di numerose decisioni-quadro e direttive in materia di reciproco riconoscimento dei provvedimenti giudiziari, di prevenzione dei conflitti di giurisdizione in ambito Ue e di operatività delle squadre investigative comuni.

Scarica il Decreto:testo_85

e la relazione illustrativa:relazione_illustrativa

Pubblicato da Valeria Citraro

Laureata in Giurisprudenza con 108/110 presso l'Università degli Studi di Catania, con tesi in Diritto Processuale Penale dal titolo "La chiamata in correità. Struttura e Valutazione Probatoria". Abilitata all'esercizio della professione forense il 30/09/2016 con votazione 405/420.