Il principio di tassatività o sufficiente determinatezza della legge penale

Il principio di tassatività o sufficiente determinatezza della legge penale costituisce altro corollario del principio di legalità, e prevede che la legge debba determinare con chiarezza e precisione estreme la fattispecie di reato, nonché le pene cui assoggettare il reo (nullum crimen nulla poena sine lege stricta) .

La ratio di tale principio si identifica con l’esigenza di porre al riparo il cittadino dagli arbitri del potere giurisdizionale nell’interpretazione della legge; tale attività interpretativa deve essere contenuta nell’ambito dei contorni della fattispecie penale, come descritta dal legislatore, non potendo andare oltre i margini di interpretazione del precetto e la cornice edittale prevista, il che integrerebbe una violazione del divieto di analogia in malam partem.

Mentre il principio della riserva di legge assicura il monopolio della legge per evitare l’arbitrio del potere esecutivo, il principio di tassatività assicura la certezza della legge per evitare l’arbitrio del potere giurisdizionale, precludendogli la possibilità di punire i casi non espressamente previsti dalla legge.

Pur non espressamente previsto dalla Costituzione, per dottrina e giurisprudenza di maggioranza, il principio di tassatività, quale corollario del principio di legalità, deve essere ricondotto nella formulazione di cui al comma secondo dell’art. 25 della Costituzione. Il principio di tassatività è esplicitamente espresso all’art. 1 c.p.

Il principio di tassatività impone particolare responsabilità al legislatore nella formulazione della norma penale, perché se questi emana una fattispecie particolarmente complessa sul piano letterario-semantico o claudicante nei suoi elementi, la norma verrebbe esposta al giudizio di incostituzionalità ad opera della Corte Costituzionale e, prima della promulgazione della legge, potrebbe indurre il Presidente della Repubblica a non firmarla e reinviarla alle Camere.

L’importanza empirica del principio di tassatività emerge soprattutto dalla stessa riflessione sui requisiti necessari e sulle opzioni praticabili per assicurare precisione e chiarezza alle fattispecie penali.

Nella fattispecie normativa del reato vi sono appunto: elementi descrittivi, che fanno riferimento a dati empiricamente percepibili; elementi valutativi, che inducono o implicano giudizi di valore o di opportunità (causalità, dolo, colpa); elementi normativi sia giuridici, penali ed extrapenali, che extragiuridici, etico sociali (es. altruità della cosa, senso del pudore, etc.).

Possono così distinguersi fattispecie penali a forma vincolata, cioè descrittive delle caratteristiche essenziali del fatto; e quelle a forma libera o causalmente orientate, costituite dalla correlazione causale con un evento.

In contraddizione con il principio di tassatività si pone il ricorso alle cc.dd. norme penali in bianco, in cui viene definita la sanzione con rinvio totale o parziale ad altra fonte di rango inferiore, per ciò che concerne la definizione del precetto (es. art. 650 c.p.).

Pubblicato da Valeria Citraro

Laureata in Giurisprudenza con 108/110 presso l'Università degli Studi di Catania, con tesi in Diritto Processuale Penale dal titolo "La chiamata in correità. Struttura e Valutazione Probatoria". Abilitata all'esercizio della professione forense il 30/09/2016 con votazione 405/420.