Omessa dichiarazione: per verificare il superamento della soglia di rilevanza dell’imposta evasa vanno considerati i costi detraibili

Per determinare il superamento della soglia di rilevanza dell’imposta evasa (50 mila euro) oltre la quale scatta la rilevanza penale del reato di omessa dichiarazione di cui all’art. 5 d.lgs. 74/2000 , il presunto reddito imponibile evaso da considerare è quello al netto dei costi sostenuti. Lo ha affermato la Terza Sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 20897/2017 del 19 gennaio 2017 (dep. 3 maggio 2017).

Per l’individuazione del reddito evaso, bisogna  dunque considerare anche gli elementi negativi del reddito, e cioè i costi sostenuti dal contribuente nello svolgimento della propria attività professionale. Non basta basarsi solo sull’accertamento della Guardia di Finanza, accertamento effettuato con metodo analitico-induttivo omettendo, nello stesso tempo, di considerare le spese detraibili sostenute per la produzione di tale reddito. Di essi bisogna tenere conto, anche in via presuntiva, nel corso dell’accertamento fiscale.

Rilevante, poi, dal punto di vista soggettivo, ai fini della configurabilità del delitto in parola, la sussistenza della “volontà di evadere”, essendo stata – nel caso di specie – l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, frutto di una negligenza del commercialista dell’imputato.

Scarica la sentenza: Cass_sez_III_n_20897_2017

Pubblicato da Valeria Citraro

Laureata in Giurisprudenza con 108/110 presso l'Università degli Studi di Catania, con tesi in Diritto Processuale Penale dal titolo "La chiamata in correità. Struttura e Valutazione Probatoria". Abilitata all'esercizio della professione forense il 30/09/2016 con votazione 405/420.